Cura dell’accesso vascolare in emodialisi
Essere protagonista nella cura
Introduzione
Come abbiamo visto nelle sezioni precedenti, l’emodialisi si svolge principalmente in ospedale o nei Centri ad Assistenza Limitata (CAL), pertanto la preparazione e lo svolgimento della terapia è demandato al Team medico-infermieristico. Cioò non esclude, tuttavia, che anche il paziente possa avere un ruolo definito ed attivo nel concorrere al buon funzionamento del trattamento.
Una parte fondamentale per lo svolgimento dell’emodialisi è rappresentata dalla creazione degli accessi vascolari (fistola arterovenosa o catetere venoso centrale) al fine di consentire il collegamento del sistema cardiocircolatorio con il rene artificiale: in questo modo il sangue raggiungerà con un buon flusso il filtro, sarà depurato e potrà tornare nel corpo del paziente.
Il ruolo del paziente, quindi, anche in questa situazione, può senz’altro essere attivo, consapevole e di ausilio alla terapia, attraverso una scrupolosa osservanza delle istruzioni che gli vengono fornite dal personale sanitario nella cura dei suoi accessi vascolari.
Proteggere la fistola artero-venosa
La fistola-arterovenosa (FAV) è il risultato di un’anastomosi chirurgica, ovvero l’unione tra una vena ed un’arteria vicine, che sviluppandosi o “maturando” (in linguaggio medico) diventano ben visibili sotto la cute e quindi rappresentano un accesso vascolare di facile utilizzo per gli operatori sanitari, durevole nel tempo, non disagevole per il paziente e sicuro.
La fistola viene creata preferibilmente al polso del paziente, oppure alla piega del braccio e, benchè possegga una vita piuttosto lunga, potrebbe perdere la sua funzionalità e necessitare di essere ricreata in altra posizione.
La fistola, va dunque preservata con cura e protetta, seguendo con scrupolo tutte le indicazioni fornite dal personale sanitario. Di seguito alcune indicazioni utili al paziente nella gestione quotidiana di questa parte importante del trattamento emodialitico.

Proteggere il catetere venoso centrale
In caso di impossibilità al confezionamento della Fistola Artero Venosa (FAV), ed in particolari condizioni, come ad esempio un paziente anziano, cardiopatico, diabetico, può essere necessario il ricorso a un Catetere Venoso Centrale (CVC) temporaneo e/o a permanenza.
Lo stesso viene posizionato in una vena centrale (giugulare, succlavia, femorale) esclusivamente in Ospedale da medici Nefrologi e consente il collegamento tra la superficie cutanea ed un distretto venoso ad alto flusso.
